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Il giullare della parola

Supreeth Fasano nasce in India e viene adottato da una meravigliosa famiglia di Torino con la quale cresce felice. Consegue una laurea e un master in marketing e comunicazione. Inizia il suo percorso professionale negli uffici marketing di alcune grandi aziende italiane. Collabora con diverse Università, diviene trainer certificato dei Carnegie, tiene corsi di soft skills, leadership e public speaking.

L’incontro con Supreeth Phasano, Public Speaking, Training Skills, ci ha permesso di entrare nel mondo della comunicazione persuasiva ed emozionante.

La sua comunicazione è sintetizzata nel motto ‘Ideas worth spreading’, Idee che vale la pena diffondere. Crede fortemente nel potere comunicativo dei sorrisi e pratica quotidianamente la gentilezza e la gratitudine.

La comunicazione ha tre attori: un emittente, un messaggio e un destinatario. Affinché sia coinvolgente e interessante, essa richiede apprendimento e allenamento.

Innanzitutto bisogna conoscere il pubblico al quale ci si rivolge e adattare ad esso il proprio linguaggio, essere competenti di quello che si tratta, ricordandosi di aggiungere sempre qualche goccia di leggerezza ed entusiasmo.

Se siamo stati chiamati a parlare di qualcosa vuol dire che siamo competenti e che ci piace, ma soprattutto bisogna sempre divertirsi, godersi il palco, giocarselo al meglio delle proprie possibilità.

Il cocktail del bravo comunicatore è un succo concentrato di coraggio, determinazione, impegno, spontaneità, naturalezza, flessibilità, orgoglio, credibilità, fiducia, mettendoci passione.

I tre pilastri dello strumento comunicazione sono:

  • Il linguaggio verbale, le parole e le frasi,
  • il linguaggio paraverbale, cioè la modalità con cui si esprimono i contenuti, modulando tono della voce, il ritmo, le pause, l’entusiasmo.
  • il linguaggio del corpo, anche con la postura si può trasmettere un linguaggio energizzante, importante è la mimica facciale, il sorriso, che è la comunicazione più potente che abbiamo.

Richiamando il concetto di comunicazione empatica, Il relatore ha ricordato che le parole possono essere piume o lame e quindi vanno scelte e utilizzate bene. Se ho un messaggio e lo esprimo in modo convincente, ho vinto, ma anche il silenzio è un modo di comunicare.