I soci del Rotary dub Gattinara hanno incontrato Giovanni Farano, volontario dell’associazione di volontariato “Il piccolo carro – ETS” di Chiaverano e collaboratore volontario di un Consorzio di servizi socio assistenziali. Egli è una persona che applica il concetto di “cittadinanza attiva”, in cui solidarietà e non discriminazione sono i valori fondanti. Farano si è laureato in Scienze del Servizio Sociale, per avere gli strumenti adatti per interagire in modo corretto nelle situazioni di disagio Intellettivo. Egli è padre di tre figli di cui l’ultima è down. “ Oggi ha 33 anni e per noi – ha sottolineato con commozione – Chiara è stata un’opportunità!”
Nella associazione di cui è volontario, si opera secondo il principio che l’l’uomo è in continua evoluzione, anche quando ostacolato da gravi handicap fisici o psichici. Si propone un modello di vita che punta al potenziamento delle facoltà residue di ogni individuo, rispettando la singolarità di ogni esistenza favorendone l’autonomia, la dignità e l’integrazione nella società. E’ un concetto ispirato a Rudolf Steiner che affermava che “i ragazzi con disabilità Intellettive vengono al mondo per far scendere l’uomo per terra: in loro il corpo fisico è malato, mentre la parte dell’anima è sana”.
La comunità de “Il Piccolo Carro’, opera da dodici anni a Chiaverano, vicino ad Ivrea. Queso nome è significativo perché il Piccolo Carro è la costellazione dell’Orsa Minore che contiene in sé la Stella Polare, riferimento certo per il nostro orientamento. La comunità è ospitata in una struttura nella quale i ragazzi, tutti con disabilità cognitiva, abitano nella più ampia autonomia e lavorano nei diversi laboratori artigianali, affiancati da volontari e figure professionali li accompagnano e li sostengono, sviluppando quel talento che esiste in ogni essere umano, ma che in loro è imprigionato dalla patologia.
Nella comunità lo strumento didattico è il lavoro, mediante il quale la volontà viene educata attraverso la quotidiana applicazione dell’ordine personale e collettivo, come il prendersi cura degli spazi comuni, oltre che dei propri spazi personali. In questo modo si struttura la consapevolezza e si acquisisce autonomia, fiducia in se stessi.
Alla considerazione che anche Paul Harris, sosteneva che l’obiettivo era quello di far crescere le persone, rimuovendo le cause che rendono necessaria la beneficenza Farano ha ribadito “Vogliamo piantare un albero perché viva dopo di noi».