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Oh che bel castello!

Serata elegante e raffinata quella vissuta dai soci del Rotary Club Gattinara in visita al Castello di Rovasenda.

Si arriva alla spicciolata alla corte interna, dove ci attende Gabriele Ardizio, archeologo, storico e conservatore del Museo archeologico ‘Carlo Conti’ di Borgosesia. Assieme ai soci e ai loro congiunti incontriamo il Presidente Fulvio Caligaris, il Past Governor Giovanna Mastrotisi ed il Presidene del RC Orta S.Giulio, Stefano Ferrari.

Nel cortile, dove siamo convenuti, sorgeva la prima torre, castrum, posta a difesa sul punto più elevato del territorio e da lì si scendeva nella spianata sottostante dove, cinta da mura, si trovava  l’antica Chiesa di S. Maurizio, adibita a Cappella del castello. Essa diverrà Chiesa pievana più tardi, dopo l’ampliamento per accogliere i fedeli del piccolo borgo, perché ormai il Castello non aveva più solo funzioni di difesa, ma era divenuto centro di ogni attività.

Quando fu assoggettato ai Savoia, dopo non poca resistenza, Antonio di Rovasenda,  nella metà del 1400, iniziò la costruzione di una nuova torre, la torre bianca, perché tale è la parte sommitale, in segno di fedeltà ai Savoia.

Una torre da essere definita ‘così bella che nessun’ altra potea pareggiarla nelle circumvicine contrade’, così forte da resistere anche alle forze della natura quando un fulmine ne squarciò il lato ovest senza che esso crollasse, così unica da svettare sulle cime delle selve circostanti.

Gli ospiti rotariani sono stati accolti nella sala dei Banchetti, addobbata a festa con tovaglie con colori che facevano rimando alle pareti e al soffitto dalle piccole volte costolonate. Sui tavoli, originali segnaposti con antiche stampe legate da una spiga di riso. Una elegante conviviale che richiamava gli echi e i fasti di antichi ricevimenti e che ha esaltato i frutti generosi della stagione e del territorio.

E’ continuato ancora il fascinante racconto con la storia del castello ’gemello’, fatto costruire da Casimiro di Rovasenda, privo di diritti di discendenza diretta, su disegno dell’architetto Carlo Nigra, autore del Borgo Medioevale del Valentino

La serata si è conclusa , in questa atmosfera elegante e signorile, con i ringraziamenti al relatore, competente e affabulatore, alla nutrita squadra della Pro Loco, alla socia Maria Grazia, che tanto si è spesa per la realizzazione della serata.

Ormai la notte aveva ammantato la turrita corte e le merlate mura e noi, uscendo dall’austero maniero, tornammo a riveder le stelle.