Mercoledì 25 gennaio è avvenuta la ‘prima’ di Giovanni Sanzò, già funzionario di finanza, apparentemente una figura che può trasmette sussiego, ma subito sfatato dalla sua verve simpatica e brillante.
Giovanni è persona preparata ed ha la capacità di riportare ogni situazione all’interno del perimetro di ciò che appartiene all’uomo, alle sue emozioni, alle sue paure. E’ stato un funzionario che parlava e trattava da uomo a uomo. Questa è la sensazione che ancora continua a trasmettere. Se vi pare poco.
La sua carriera di funzionario è durata quarant’anni. Dopo aver vinto un concorso che, oltre a dargli mandato di Direttore dell’Ufficio Tasse e Imposte indirette, lo ha definitivamente strappato dalla sua regione di nascita, condizione assai frequente per tanti italiani del sud, e lo ha trapiantato definitivamente al nord.
Negli anni ’80 l’universo tributario era disseminato in una galassia di uffici, Registro, Imposte Dirette, Imposte indirette sugli Affari, Ispettorati Compartimentali, ognuno competente per la propria materia ma sovente inefficace a portare a termine l’azione di recupero erariale.
Era ancora il periodo della ‘magna charta’, cioè delle pratiche cartacee, dei faldoni e degli archivi. L’informatizzazione è entrata in punta di piedi solo negli anni novanta dando nuova vitalità e slancio all’azione tributaria che cominciò a riunire le diverse competenze fino a strutturarsi in Dipartimento e in Agenzia delle Entrate, che tra i suoi compiti dichiarò anche l’informazione e l’assistenza ai contribuenti al fine di semplificare il rapporto con gli stessi e di agevolare gli adempimenti fiscali: una vera rivoluzione.
Occorreva l’intermediazione ‘del fattore umano’ nella gestione di una materia delicata, a volte di rilevanza penale, in cui si doveva applicare il rigore di legge nel delicato contesto di situazioni imprenditoriali e familiari che sicuramente potevano venir sconvolte. Da allora lo Stato ha introdotto strumenti di gradualità nel pagamento e nella applicazione delle varie indennità.
Resta comunque attuale la realtà dell’evasione, come modo per evitare il prelievo fiscale, e quella più ‘sofisticata’ della elusione, in cui si assiste ad un abuso del diritto, con comportamenti e azioni che hanno come obiettivo quello di raggirare le leggi a proprio vantaggio.
Il rapporto con l’Agenzia delle Entrate, grazie alla digitalizzazione, si è sicuramente semplificato, il rapporto con il fisco è migliorato perché la professionalità e la preparazione dei funzionari hanno ridotto le distanze Stato-Cittadino, ma il pagare tutti per pagare meno è rimasto ancora solo uno slogan.
Nella stessa conviviale è avvenuto l’ingresso della nuova socia, la gattinarese Gianna Illari, ispettrice internazionale di strutture ricettive turistico-alberghiere e affermata titolare di un corso di inglese per diversi anni. Di Gianna ho un ricordo giovanile: sempre sorridente e cordiale e con una grande vitalità. Dopo di allora i nostri percorsi non si sono più intrecciati, ma a rivederla ora la sua immagine non è per niente cambiata. Benvenuta.