Lorenzo Perazzo è appassionato dalla sua attività e arriva subito al nocciolo della questione ‘definire quale sia il mio lavoro di archivista, significa definire che cosa si intenda per archivio che è una realtà difficile e complessa da spiegare’, perché ognuno ne ha un’idea personale di locale umido, polveroso pieno di vecchi volumi e faldoni.
Ma ci viene in aiuto la definizione che dà la Direzione generale degli archivi che lo definisce come ‘il complesso dei documenti prodotti o acquisiti da un ente durante lo svolgimento della propria attività’. I documenti contenuti in un archivio sono fra loro legati da quello che viene definito vincolo archivistico, una connessione logica che deve essere rispettata e che ne definisce l’ordine, la sistemazione in funzione del loro successivo utilizzo.
Diversi sono i documenti che vi possono essere contenuti in base ai quali un archivio può essere definito:
– corrente perché contiene i documenti necessari per espletare una attività ancora in corso
– di deposito in cui i documenti non sono di utilità per il disbrigo corrente. Un esempio è rappresentato dalla conservazione di libri contabili è obbligatoria per un certo periodo di tempo
– storico perché contiene i documenti destinati alla conservazione permanente.
Attualmente il diffondersi dell’informatica ha comportato un processo di semplificazione, pur mantenendo sempre quella connessione logica fondamentale per garantire la fruizione delle informazioni.
Più facile è stata la comprensione della seconda parte della relazione, dove non parlava più la razionalità ma il cuore, soprattutto quando si trattava di ricordare un grande padre come Salvatore Perazzo, persona educata, gentile, molto riservata ma vulcanica per la quantità di interessi che nella vita l’hanno sempre coinvolto: la medicina, la medicina del lavoro, la radiologia, l’anestesia, la rianimazione, lo sport, l’AVIS; l’Aido, la LILT, l’ AILAR. Ma soprattutto ha avuto a cuore la crescita dell’Ospedale in una realtà gattinarese che a sua volta cresceva contemperando l’anima agricola con quella manifatturiera.
E’ curioso che alla crescita del nosocomio gattinarese abbiano contribuito tre persone di identica estrazione: Ronsecco , paese della bassa vercellese, che ha dato i natali ai genitori di Salvatore, al dott. Carlo Barone emerito primario di chirurgia e a Mons. Antonio Francese, anima della educazione cristiana della comunità di S. Pietro.
Per chi ha vissuto quel periodo, rivive nella sua sensibilità di medico l’attenzione per l’uomo.
Della Associazione Culturale fu padrino e presidente per quasi due decenni. La sua vocazione rotariana ha trovato fertile terreno nel vicino Club di Santhià Crescentino, in tempi in cui nel vercellese esistevano solo due club rotariani.
In nome di questa rotarianità, Lorenzo ha trasfuso la sua passione nel saggio ‘Salvatore Perazzo, un medico, un uomo, una comunità’ il cui ricavato andrà a favore delle attività di servizio del club.
Prima della conviviale si è celebrato un altro prestigioso ingresso: quello di Maria Grazia Petterino, di storica matrice gattinarese, madre di due figli entrambi universitari. Fortemente impegnata nel sociale come presidente dell’Auser, acronimo per Autogestione dei Servizi per la solidarietà, una associazione dedita alla tutela dei diritti delle persone e delle loro relazioni, ispirata a principi di equità sociale, di rispetto e valorizzazione delle differenze.
Un valore aggiunto alle già numerose attività del Rotary Club Gattinara.